Sintesi del progetto

Nell’ambito del comparto agroalimentare italiano ed europeo si fa sempre più pressante la necessità di dotare le filiere e gli operatori di strumenti in grado di garantire: la riduzione dei rischi corsi dall’agricoltore nei confronti delle avversità biotiche e abiotiche, il miglioramento della qualità delle produzioni agricole e delle derrate alimentari unitamente all’aumento della sostenibilità ambientale dei processi produttivi. Sostenibilità ambientale intesa come minor impatto ambientale, salvaguardia della salubrità del prodotto e risparmio economico per l’operatore del settore.
Tale necessità si fa ancora più evidente a livello regionale poiché il settore primario della Sicilia sconta una minor competitività rispetto al contesto nazionale e internazionale (mancanza di infrastrutture, mancanza di rete, operatori poco preparati e poco inclini ai rapporti con i mercati esteri). Il presente progetto rivolge l’attenzione principalmente alla coltivazione delle solanacee con particolare riguardo per la pianta di pomodoro che in questa sede è stata scelta come specie modello. Questa coltura, oggi, rappresenta una delle principali colture vegetali coltivate nel Bacino del Mediterraneo. Rientra tra i componenti essenziali della dieta mediterranea, essendo un importante fonte di assunzione di composti nutraceutici e soprattutto fonte di reddito fondamentale per tutte le aziende che gravitano intorno alla filiera orticola. Questa coltura, purtroppo, è sottoposta a gravi pericoli dovuti, principalmente, alla globalizzazione degli scambi commerciali, all’interesse per l’implementazione dell’area di libero scambio tra i Paesi del Bacino del Mediterraneo e ai cambiamenti climatici. In particolare, quest’ultimo aspetto potrebbe nascondere in futuro crescenti rischi dovuti all’introduzione di nuovi patogeni emergenti o alla recrudescenza di vecchi patogeni con un conseguente forte impatto negativo sull’orticoltura e sulla sostenibilità ambientale. Oggi sappiamo che tra le problematiche più difficili da affrontare rientralo le malattie trasmissibili per seme e por vettore. Tra le principali malattie che causano problemi alla coltivazione del pomodoro in Sicilia dobbiamo senza dubbio annoverare le malattie virali quali Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) e Tomato leaf curl New Delhi virus (ToLCNDV) mentre tra le malattie batteriche possiamo annoverare Clavibacter michiganensis subsp. Michiganensis e Xanthomonas vesicatoria.

Le moderne tecniche adottate in un sistema agricolo intensivo e la conseguente riduzione della biodiversità, facilitano l’esplosione di nuove epidemie che difficilmente possono essere contenute se non si attuano in tempi brevissimi tutte quelle pratiche di quarantena o di contenimento atte all’eliminazione dei primi focolai con un conseguente danno economico enorme per l’intera filiera orticola. Pertanto, vi è la necessità di un approccio integrato e multidisciplinare, in cui la diagnosi precoce e la gestione in remoto della filiera possano interagire stabilendo una rete in grado di fornire tutte le informazioni necessarie per innescare una risposta tempestiva e impostare strategie di gestione del problema quanto più possibili eco-sostenibili.

Approccio innovativo


I mini-laboratori

Da tale scenario, prende spunto il presente progetto, che si propone creare una rete di mini-laboratori gestiti in remoto
per raggiungere l’obiettivo di minimizzare l’impatto delle malattie sul territorio e ridurre al minimo l’impatto
ambientale attraverso la diagnosi precoce secondo le seguenti modalità:

  • Istituzione di una filiera con particolare riguardo al pomodoro; costituita da Vivai, Aziende agricole e OP;
  • Analisi ex ante sulle sementi di pomodoro in entrata
  • Organizzazione di incontri con i soggetti sopracitati per istruirli sulle azioni profilattiche;
  • Creazione di mini-laboratori interconnessi ad un laboratorio centrale accreditato;
  • Impostare e progettare strumenti diagnostici specifici, sensibili e rapidi basati sul test di amplificazione
    isotermica o su amplificazioni in tempo reale del genoma o parte di esso dei principali patogeni, sulla base dei
    risultati delle indagini e delle informazioni degli stakeholder;
  • Validazione dello strumento diagnostico attraverso ring-test;
  • Sviluppo di un’applicazione mobile per la gestione in continuo dei dati da parte del laboratorio accreditato;
  • Corso di formazione per tecnico di laboratorio;
  • Tutela e valorizzazione della biodiversità attraverso l’ideazione di un disciplinare e la possibilità di
    certificazione di qualità “biodiversity friend”;
  • Diversificazione dell’attività agricola attraverso la trasformazione di prodotti di “scarto” in passata di
    pomodoro.

Un approccio innovativo come quello proposto sviluppa numerosi indicatori di sostenibilità economica,
ambientale e sociale supportati non solo dalla letteratura scientifica ma anche da dati oggettivi.
L’innovazione proposta sarà in grado di garantire un maggior reddito per i vivai e per gli agricoltori oltre ad
indiscussi benefici di natura sociale ed ambientale.